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Emendamento sui prepensionamenti: dura presa di posizione di ODG e FNSI

A rischio i conti dell’Inpgi e il futuro del giornalismo

Dura presa di posizione dell'Ordine Nazionale dei giornalisti e della Federazione Nazionale della Stampa Italiana agli emendamenti presenti dal governo alla Manovra finanziaria.
 
In due comunicati diffusi ieri, ODG e FNSI contestano al governo “il tentativo di indebolire l'informazione professionale e cancellare gli istituti di categoria”, a cominciare dall’Inpgi.
 
Al centro del dibattito l'emendamento alla Finanziaria che riguarda i prepensionamenti nelle aziende del mondo dell'editoria. 
 
Nel testo infatti non solo viene confermata la possibilità di prepensionamenti, a prescindere dalla messa in sicurezza dei conti dell’Inpgi con l'allargamento della platea degli iscritti, ma viene anche stabilito che i giornalisti potranno essere sostituiti anche con non giornalisti, ovvero con “soggetti in possesso di competenze professionali coerenti con la realizzazione dei programmi di rilancio, riconversione digitale e sviluppo aziendale”. 
 
ODG e FNSI fanno appello a tutte le forze politiche affinchè prevalga il buon senso e venga rimosso l'emendamento.
 
Di seguito i due comunicati:
 
Comunicato ODG
 
Il presidente del Consiglio nazionale   Carlo Verna, e i coordinatori dei presidenti degli Ordini regionali ritengono, nel suo   complesso, “devastante per il giornalismo” l’emendamento alla finanziaria presentato dal Governo relativo ai prepensionamenti nelle aziende editoriali.
“C’e’   una questione  – affermano Verna e i coordinatori dei presidenti degli Ordini   regionali  – che porrebbe clamorosamente in contrasto la norma civilistica che si vorrebbe introdurre, con quella penale relativa all’esercizio abusivo della professione.Si legge, infatti,   che  In casi di riorganizzazione o ristrutturazione aziendale debba esserci un rapporto minimo di un’assunzione di un giovane under 35 ogni due prepensionamenti, ma che i giornalisti che lasciano possono essere sostituiti oltre che da altri giornalisti in alternativa da “soggetti in possesso di competenze professionali coerenti con la realizzazione dei programmi di rilancio, riconversione digitale e sviluppo aziendale”.
Una parificazione per noi di gravità senza precedenti, che oltretutto avrebbe pesanti ripercussioni anche sul nostro Istituto di previdenza, per rimuovere la quale facciamo appello al buon senso che non manca al sottosegretario Martella e a tutte le forze politiche.”
 
Comunicato FNSI
 
«Lo sforzo del governo di dare segnali al settore dell'editoria è apprezzabile, ma dalla lettura degli emendamenti alla legge di bilancio finora presentati emerge chiaramente il tentativo di imporre un'impostazione inaccettabile, la stessa che il Movimento 5 Stelle ha portato avanti nel primo governo Conte, tesa a indebolire l'informazione professionale e a cancellare gli istituti della categoria, a cominciare dall'Inpgi». Lo afferma Raffaele Lorusso, segretario generale della Federazione nazionale della Stampa italiana, commentando i provvedimenti in discussione in vista del voto in aula entro la fine della settimana.
«Vanno in questa direzione – osserva – la previsione di nuove uscite anticipate dal mondo del lavoro, a prescindere dalla messa in sicurezza dei conti dell'Inpgi attraverso l'allargamento della platea degli iscritti, finora soltanto annunciato, e la possibilità che si vorrebbe concedere alle aziende editoriali di sostituire i giornalisti che vanno in pensionamento anticipato con non giornalisti sedicenti esperti di non si sa bene che cosa. È il disegno che il precedente sottosegretario all'Editoria, Vito Crimi, aveva tentato di realizzare attraverso la farsa dei finti Stati generali e che il suo successore, Andrea Martella, al quale va riconosciuta una grande disponibilità all'ascolto e sensibilità ai problemi del settore, sta cercando di ribaltare prevedendo anche una norma per l'assunzione di giornalisti precari».
Per il segretario Fnsi, «è auspicabile che, in sede di esame e di discussione, i gruppi parlamentari facciano prevalere le ragioni del lavoro professionale e respingano il tentativo di indebolire l'informazione e di umiliare una categoria di professionisti. È altresì auspicabile che si metta definitivamente in sicurezza l'Inpgi, l'Istituto previdenziale dei giornalisti italiani, presidio indispensabile per l'autonomia e l'indipendenza della professione, la cui situazione finanziaria è il risultato di decine di stati di crisi e piani di ristrutturazione messi in atto dalle aziende soprattutto nel corso dell'ultimo decennio con gli incentivi dei governi che si sono susseguiti».
Il lavoro regolare e la lotta al precariato, aggiunge Lorusso, «devono tornare al centro dell'agenda politica così come deve essere combattuto il fenomeno dei pensionati che lavorano nelle redazioni. Non è accettabile che in queste ore ci sia qualcuno che sta lavorando nell'ombra perché sia cancellata la norma, già prevista nelle legge 416/81 e ribadita nell'emendamento messo a punto dal sottosegretario all'Editoria, che impedisce a chi accede al pensionamento anticipato di stipulare contratti di collaborazione con la stessa testata e con le testate dello stesso gruppo. Chi sceglie il pensionamento anticipato – conclude – è giusto che si goda la pensione e non precluda spazi a chi, giovani e meno giovani, ha tutto il diritto di entrare nel mondo del lavoro dalla porta principale, ossia con un contratto e una posizione previdenziale regolari».

Notizia pubblicata il 11/12/19
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