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Giustizia penale e informazione giudiziaria: magistrati e giornalisti a confronto a Firenze

Carlo Verna, “Pronti a ricorrere a CEDU per tutelare diritto all'informazione”

Avviare un confronto tra giustizia e informazione per comprendere le reciproche esigenze e tentare di trovare un equilibrio tra diritto all'informazione e rispetto dei procedimenti penali: è quanto ha cercato di fare il convegno “Giustizia penale e informazione giudiziaria” che si è tenuto il 15 dicembre, nell'aula magna del Rettorato dell'Università di Firenze.
 
L'appuntamento, promosso, tra gli altri, da ODG e Ordine dei Giornalisti della Toscana, ha costituito infatti il momento conclusivo della ricerca svolta da un gruppo di docenti, magistrati, avvocati, giornalisti del Dipartimento di Scienze Giuridiche dell’Università di Firenze. 
 
“Il rapporto tra giustizia e informazione è delicato ed è importante instaurare un dialogo tra magistratura e media, come abbiamo provato a fare oggi – ha spiegato Francesco Palazzo, Professore ordinario nell’Università di Firenze, in un'intervista rilasciata ad Odg Toscana. 
 
Obiettivo del convegno, infatti, è stato quello di avviare una riflessione, anche alla luce delle normative in discussione, su alcuni dei nodi problematici della giustizia penale italiana, sia con riferimento alla produzione legislativa, sia sul piano delle prassi e dei comportamenti dei vari soggetti. 
 
La tavola rotonda ha messo a confronto diverse opinioni e sensibilità espresse dai protagonisti del rapporto tra giustizia penale e informazione: tra i partecipanti, Carlo Verna, presidente di ODG, Enrico Mentana, direttore TGLa7, Donatella Ferranti, presidente Commissione giustizia Camera dei Deputati e Giuseppe Pignatore, procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Roma.
 
“L'inchiesta penale fa riferimento esclusivamente alla normativa del codice ma l'inchiesta giornalistica ha come stella polare la rilevanza sociale – ha commentato Carlo Verna, presidente di ODG ai microfoni di Odg Toscana - Sembra strano che una legislatura che non ha saputo limitare le cosiddette querele temerarie, che svolgono un effetto intimidatorio sulla libertà del giornalista di informare correttamente il cittadino, pensi poi di disporre alcune norme previste nel decreto sulle intercettazioni, che limitano ulteriormente il diritto all'informazione. Faremo la nostra battaglia contro di esse e se la perderemo ci rivolgeremo alla Corte Europea dei Diritti dell'Uomo”.
 
“Giustizia e informazione devono riuscire a far andare d'accordo due esigenze fondamentali: la necessità di tutelare il segreto d'indagine e quello di informare l'opinione pubblica e questo non è facile – ha concluso Edmondo Bruti Liberati, già Procuratore della Repubblica di Milano e Presidente dell’ANM - Più che con le sanzioni, che sono difficili da imporre, occorrerebbe farlo con la professionalità di tutti gli attori coinvolti in questo processo. E' un problema di misura e rispetto della dignità persone”.
 

Guarda le interviste a Francesco Palazzo, Carlo Verna e Edmondo Bruti Liberati



Notizia pubblicata il 18/12/17
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