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Fondazione Caponnetto: "Chi e perchè vuole uccidere Paolo Borrometi"

Presentato nella sede di Odg Toscana il focus della Fondazione Caponnetto

“Dobbiamo renderci conto che il problema in questo paese è la mafia e non chi la combatte”, con queste parole Salvatore Calleri, presidente della Fondazione Antonino Caponnetto, ha presentato il focus “Chi e perchè vuole uccidere Paolo Borrometi” sul caso del giornalista siciliano nei confronti del quale era in preparazione un attentato mafioso.
 
La presentazione del focus è avvenuta questa mattina nella sede dell'Ordine dei Giornalisti della Toscana a Firenze.
 
Paolo Borrometi, direttore del quotidiano online La Spia, sotto scorta dal 2014 per le sue inchieste, era intervenuto lo scorso dicembre a Firenze nell'ambito del XXIII Vertice nazionale Antimafia, ricordando l'importanza del lavoro giornalistico nell'informare l'opinione pubblica sulla lotta alla mafia. 
 
Il focus della Fondazione Antonino Caponnetto è partito dall'analisi delle intercettazioni che, nelle scorse settimane, hanno permesso alla procura di Catania di sventare l'attentato a Borrometi.
Attraverso documenti della DIA e della Procura di Catania il dossier ha ricostruito chi sono i clan coinvolti, i Cappello e i Giuliano, e il perchè del loro odio nei confronti del giornalista.
 
Secondo la Fondazione Caponnetto, Borrometi è stato il primo a rivelare la presenza della mafia a Ragusa, fornendo nomi e cognomi, grazie a indagini giornalistiche accurate: così facendo ha però “disturbato” gli affari delle cosche mafiose, diventando un personaggio scomodo.
 
Per leggere il report completo, clicca qui.
 
“Borrometi va protetto ancora di più di quanto fatto fino ad oggi, fisicamente e mediaticamente – ha concluso Salvatore Calleri -  Da tempo è in atto una campagna di delegittimazione e molti big della lotta alla mafia sono rimasti impietriti e tiepidi, oltre che speranzosi che le polemiche non toccassero a loro, una strategia che ha portato la mafia a riemergere in modo forte: essere negazionisti significa essere complici”.

Guarda su YouTube il video delle interviste del XXIII Vertice nazionale Antimafia
 

Notizia pubblicata il 17/04/18
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