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Osservatorio testate online 2018: cresce la domanda di informazione ma non il ritorno economico

Promosso da Agcom, Anso e Uspi per monitorare l'informazione online.

Le testate online italiane si trovano, in una fase evolutiva particolare, laddove alla loro crescente importanza dal lato della domanda, non fa (ancora) da contraltare una crescita economica altrettanto rilevante”: è la fotografia dell'editoria online scattata dal report 2018 dell'Osservatorio delle Testate Online.
 
L'Osservatorio, promosso da Agcom, Anso (Associazione Stampa On line) e Uspi (Unione Stampa Periodica Italiana), ha pubblicato il report 2018 nelle scorse settimane: i dati si basano sull'analisi dei risultati del questionario diffuso tra le testate online nel 2017, oltre che su rilevazioni Agcom e Audiweb.
 
Dalla lettura del report, Internet si conferma il mezzo di informazione più utilizzato dopo la tv e le piattaforme online mentre le piattaforme online, in particolare i social media, sono lo strumento più diffuso per accedere alle notizie. La pluralità di informazione online sembra premiare però soprattutto gli editori che arrivano da media tradizionali, come carta stampata (Repubblica, Corriere della sera etc), tv (Tgcom24) e agenzie (Ansa); presenti comunque ai primi posti anche testate prettamente online come Citynews, Nanopress e Fanpage.
 
A differenza di paesi esteri come gli Usa, dove in questi anni si è assistito ad una notevole affermazione delle testate esclusivamente online, che ha comportato anche un travaso dei giornalisti dai mezzi tradizionali, in Italia questo fenomeno non si è ancora prodotto e i giornalisti sembrano usare internet e social media soprattutto come vetrina personale.
 
Il report dell'Osservatorio sulle Testate Online fotografa in circa un migliaio gli editori presenti su Internet, ma solo 800 sono testate esclusivamente online. Il ricavo medio calcolato per ciascuna testata è di circa 337.806 euro ma con notevoli differenze nella distribuzione reale: il 68% delle testate online risulta avere un fatturato medio pari a circa 20.000 euro, il 25% a 374.804 euro mentre il 7% supera i 3 milioni di euro.
 
In termini quantitativi, l'Osservatorio stima che poco più della metà delle testate online (54%) sia di tipo generalista, mentre il rimanente è specialistico. Tra queste, il tema più trattato è lo sport (41%), seguito da finanza (23%) e scienza e tecnologia (22%). Il 55% delle testate che si occupano di argomenti sportivi tratta argomenti calcistici.
 
Lo strumento privilegiato di interazione con i lettori sono i social media e nel 65% dei casi, in mancanza di tecnici, sono direttamente i giornalisti che gestiscono i social network. Facebook è il social network più utilizzato (91%), seguito da Twitter (75%), YouTube (51%), Istagram (39%), mentre i canali dell’instant messaging e del live blog sono utilizzati solo in maniera marginale. 
 
Per quanto riguarda il finanziamento, questo avviene essenzialmente attraverso il ricorso alla pubblicità online mentre solo il 13% degli editori web offre contenuti a pagamento. Si tratta di alcune eccezioni che riguardano testate iperspecializzate, rivolte ad un pubblico professionale (come avvocati, notai, commercialisti), la cui disponibilità a pagare per servizi di natura informativa, legata alla propria professione, è più elevata rispetto a quella dei consumatori. 
 
Il Report 2018 completo dell'Osservatorio delle Testate Online è disponibile sul sito Agcom.
 

Notizia pubblicata il 21/05/18
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