13^ Rapporto Censis-Ucsi sulla comunicazione
Gli italiani sono sempre più presenti su internet e l'uso di questo strumento favorisce una vera e propria sorta di disintermediazione: è quanto emerge dal 13^ Rapporto Censis-Ucsi sulla comunicazione, promosso da Enel, Hp Enterprise, Mediaset, Rai e Tv2000. Nel rapporto viene evidenziato il calo di lettori dei quotidiani cartacei, diminuiti del 26,5% tra 2007 e 20016. Oggi solo il 40,5% degli italiani legge giornali cartacei, con un -1,4% nell'ultimo anno, in contrapposizione ai quotidiani online (+1,9%) e ai siti di informazione (+1,3%). La televisione rimane il mezzo più diffuso, con il 97,5% degli italiani, +0,8% nell'ultimo anno. In crescita anche la tv via internet, che nel periodo 2007-2016 ha segnato +14,4 punti percentuali, e la radio, con una utenza complessiva pari all'83,9% degli italiani. E' Internet però a segnare la crescita maggiore: nell'ultimo anno ha guadagnato 2,8 punti percentuali e l'utenza della rete ha raggiunto il recordo del 73,7% degli italiani, il 95,9% degli under 30. Nel corso degli ultimi dieci anni gli utenti di internet sono passati da meno della metà a quasi tre quarti degli italiani (erano il 45,3% solo nel 2007). In particolare sono le donne a navigare: nell'ultimo anno il 74,1% di utenza è stata rosa (erano ferme al 43,2% nel 2011). Facebook è il social network più popolare in assoluto, usato dal 56,2% degli italiani (era il 44,3% nel 2013), raggiunge l'89,4% di utenza tra i giovani under 30 e il 72,8% tra le persone più istruite, diplomate e laureate. L'utenza di YouTube è passata dal 38,7% del 2013 al 46,8% del 2016 (fino al 73,9% tra i giovani) mentre Instagram è schizzato dal 4,3% di utenti del 2013 al 16,8% del 2016 (e il 39,6% dei giovani). Boom per WhatsApp che nel 2016 è stato usato dal 61,3% degli italiani (l'89,4% dei giovani). In evidenza anche la frattura sempre più ampia che si è creata tra generzioni: se infatti gli under 30 che navigano in rete sono il 95,9%, gli over 65 sono fermi al 31,3%. Infine, il 13^ Rapporto Censis sottolinea come la diffusione e l'uso di internet starebbero creando sempre più una sorta di cultura della disintermediazione nella popolazione italiana. “Usare internet per informarsi, prenotare viaggi e vacanze, acquistare beni e servizi, guardare film o seguire partite di calcio, entrare in contatto con amministrazioni pubbliche o svolgere operazioni bancarie, ha significato spendere meno soldi o anche solo sprecare meno tempo: in ogni caso, guadagnare qualcosa”, si legge nel rapporto, secondo il quale si individuerebbe in questa tendenza una sorta di “opera di decostruzione delle diverse forme di autorità costituite”. Questo meccanismo può sfociare “nelle mutevoli forme del populismo che si stanno diffondendo rapidamente in Italia e in Occidente – conclude il rapporto Censis – Si tratta di una sfiducia nelle classi dirigenti al potere e in istituzioni di lunga durata che oggi si salda alla fede nel potenziale di emancipazione delle comunità attribuito ai processi di disintermediazione resi possibili dalla rete”.