Giornalismo, un'impresa: forme giuridiche diverse e mix di attività per imprese di giornalisti

Hanno forma giuridiche diverse e spesso per sopravvivere uniscono più tipologie di attività, tra informazione e comunicazione: è il quadro che emerge dai primi risultati del questionario Giornalismo, un'impresa, promosso da ONA, Online news association.   L'indagine, a scopo puramente conoscitivo, si rivolge ai giornalisti-imprenditori italiani, ovvero, come specificato sul sito di ONA, “coloro che organizzano i mezzi di produzione creando beni e servizi giornalistici, sostenendone i rischi economici e creando nuovo lavoro”.   I primi risultati dell'indagine Giornalismo, un'impresa sono stati presentati durante l'edizione 2017 del Festival Internazionale del Giornalismo a Perugia.   Secondo quanto reso noto, al momento solo una trentina di realtà in tutta Italia hanno aderito al sondaggio: dal giornale politico, a startup innovative, al giornalismo digitale locale fino al network di professionisti per comunicazione. Sebbene queste realtà siano nate in un arco di tempo che copre gli ultimi venti anni, ben il 50% ha visto la luce negli ultimi sei anni.   Se i risultati forniti permettono di avere un quadro parziale, i dati emersi risultano comunque interessanti: l'età media dei giornalisti che hanno risposto risulta abbastanza alta, segno che il giornalismo imprenditoriale è una realtà alla quale si approda a carriera avanzata.   Le forme giuridiche delle imprese giornalistiche sono varie: 7 srl, 4 srl semplificate, 4 associazioni, 3 cooperative, 3 partite iva, 2 smc, 1 studio associato, 1 sas e 5 tipologie informali (impresa, persona fisica o blog personale)   Molto interessanti i dati emersi sulla parte economica: il 53,33% ha dichiarato di avere raggiunto il punto di pareggio. “Se però andiamo a vedere fatturato e stipendi, la situazione è più complessa – ha spiegato Paolo Piacenza, giornalista freelance e socio di ONA – Ad esempio 3 realtà non hanno specificato le proprie entrate, 1 non è lucrativa e 1 ha denunciato un fatturato medio degli ultimi 3 anni di 7000 euro”.    Sempre secondo ONA, gli stipendi mensili dichiarati risultano bassi, sia per i promotori delle attività (da 300 ai 1600 euro) che per collaboratori (l'80% non indica compenso mentre la media va dai 25 ai 30 euro a pezzo).   “Interessante notare come molte realtà trovano un equilibrio economico grazie ad un mix tra attività editoriali e di comunicazione – ha concluso Paolo Piacenza – I due modelli principali di business che emergono sono infatti la media communication e le attività editoriale specializzate”.   Il video della presentazione di ONA è visibile sul canale Youtube del Festival Internazionale del Giornalismo.   Chiunque volesse partecipare all'indagine di ONA Giornalismo, un'impresa può farlo compilando il questionario online: le domande vertono sulla tipologia di attività intrapresa, sul  fatturato e sulla tipologia di servizi  forniti e sulla  clientela. Il questionario è disponibile sul sito di ONA Italia.   Ricordiamo anche che Odg Toscana sta attivando accordi con vari istituti di credito della regione per promuovere finanziamenti agevolati ai giornalisti che vogliano intraprendere la libera professione. 

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