“Introduzione al giornalismo”: seconda edizione per il libro del giornalista Carlo Bartoli
Un'approfondita analisi della professione giornalistica, dall'illustrazione delle carte deontologiche fino al racconto dell'attività sul campo e ai rapporti con politica e magistratura: è quanto propone il libro “Introduzione al giornalismo, l'informazione tra diritti e doveri” scritto da Carlo Bartoli, giornalista e presidente dell'Ordine dei giornalisti della Toscana. Il volume, edito da ETS Pisa, è alla seconda edizione e consente di effettuare un vero e proprio excursus sulla professione del giornalista oggi: dall'analisi delle leggi che regolano l’informazione, a partire dall’articolo 21 della Costituzione e dalle sentenze che hanno affermato l’applicazione del diritto di cronaca, fino alle norme del Codice penale e alla nuova normativa sulla privacy e il rispetto della persona, per arrivare a trattare i rapporti tra informazione, politica e giustizia. “Una corretta informazione è il presupposto della democrazia – spiega l'autore, Carlo Bartoli – Conoscere quali sono i diritti, ma anche i limiti della cronaca è un dovere per ogni giornalista, ma anche una necessità per ogni cittadino che è chiamato sempre di più ad avere un ruolo centrale e non più marginale nel processo di produzione e diffusione delle notizie. Nessuno si può più chiamare fuori. Tutti siamo responsabili, sia pure in forme e ruoli diversi, nel determinare una buona o cattiva informazione”. Carlo Bartoli, che cos'è il giornalismo oggi? C.B “E' la capacità di sfruttare un'enorme messe di fonti e di dati, di verificare le informazioni con strumenti sempre più sofisticati, di dialogare con la propria comunità e diventarne punto di riferimento. Le rendite di posizione non esistono più: la proprietà delle rotative, il possesso delle testate la potenza finanziaria sono oggi meno importanti che in passato. Occorrono idee, creatività, voglia di approfondire e una consapevolezza profonda del ruolo e della responsabilità di chi fa informazione. Senza etica non c'è reputazione, senza reputazione non c'è più audience”. Quanto le nuove tecnologie hanno cambiato il modo di fare giornalismo? C.B. “I nuovi strumenti modificano l'operatività, ma soprattutto hanno consentito al cittadino di partecipare a pieno titolo al flusso dell'informazione. Cambiano gli strumenti, ma i principi e i valori sono immutati. Anzi, ancora più importanti”. Come vede il futuro dell'informazione in Italia e nel mondo? C.B. “Non c'è nessuna overdose di informazione. Al contrario, c'è una straordinaria fame di notizie approfondite, verificate, contestualizzate, raccontate con una molteplicità di strumenti e condivise con la propria comunità”. Carlo Bartoli, laureato in Filosofia a Firenze, è giornalista professionista dal 1985. Presidente dell’Ordine dei giornalisti della Toscana, è stato presidente dell’Associazione Stampa Toscana e consigliere nazionale dell’Inpgi. Ha lavorato a «Paese Sera», a «La Nazione» e, per oltre trenta anni, a «Il Tirreno». Insegna “Web, linguaggi e strategie della comunicazione” all’Università di Pisa. Effettua lezioni e conferenze all’Università di Firenze e a vari Festival del giornalismo.