Enzio Malatesta il giornalista toscano fucilato il 2 febbraio 1944
Si chiamava Enzio Malatesta il giornalista toscano fucilato a Forte Bravetta, a Roma, il 2 febbraio 1944. Giustiziato insieme ad altre 2 giornalisti, il milanese Carlo Merli, e l’abruzzese Riziero Fantini, queste figure si aggiungono ai tanti giornalisti caduti tra Prima e Seconda Guerra Mondiale, come ricostruito dalle indagini del giornalista Pierluigi Roesler Franz. In particolare a Forte Bravetta vennero eseguite 74 fucilazioni durante l’occupazione tedesca fra il 1943 e il 1944, per ordine del Tribunale militare di Guerra germanico. Tra le vittime, anche Enzio Malatesta arrestato dalle SS assieme al gruppo dirigente di Bandiera Rossa, foglio clandestino per il quale scriveva. Toscano di nascita, milanese d’adozione, Enzio Malatesta era nato a Apuania (Massa Carrara) il 22 ottobre 1914. Nel 1938 si era laureato a Milano ed aveva intrapreso l’insegnamento al Liceo “Parini”. Fu direttore della rivista Cinema e Teatro. Nel 1940 si trasferì a Roma, dove fu assunto come capo redattore del quotidiano Giornale d’Italia. Con l’occupazione della Capitale decise di entrare nelle file del movimento “Bandiera Rossa” e fu tra gli organizzatori, nel Lazio, delle cosiddette “Bande esterne”. Catturato dalle SS tedesche l’11 dicembre 1943 ed accusato di aver organizzato formazioni armate, si assunse coraggiosamente ogni responsabilità, scagionando i compagni. Processato, fu condannato a morte e fucilato il 2 febbraio 1944 a Forte Bravetta. A lui è stata concessa la Medaglia d’oro al valor militare alla memoria perché: “Giornalista di pura fede votò la sua giovane esistenza alla causa della libertà”. Sulla lapide che ricorda il sacrificio dei partigiani uccisi a Forte Bravetta, compresi Malatesta, Merli e Fantini, si legge: “A imperituro ricordo degli eroici patrioti che durante l’occupazione nazista in questo Forte furono fucilati accendendo con il sublime sacrificio della loro vita la fiaccola della Resistenza nazionale – Roma nel XXIII Anniversario della Liberazione – Memore e riconoscente”.