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Approvata la legge sull'equo compenso

Un impegno per tutta la categoria

La schiavitù è abolita per legge. Nel 2012. E’ stata necessaria una norma, quella sull’equo compenso, per creare condizioni che consentiranno di porre fine allo sfruttamento selvaggio dei giornalisti. Giovani di tante età, compensati con mancette per i loro articoli, trattati peggio di quanti raccolgono pomodori o di quelle povere donne che per pochi euro all’ora hanno perduto la vita in Puglia.
Cinquanta centesimi per il web, due-tre-cinque euro per la carta stampata, vessazioni senza fine: questa è la fotografia della professione oggi.
La legge approvata apre uno spiraglio alla speranza. Non sarà facile, perché nella commissione chiamata a stabilire i parametri dell’equo compenso i giornalisti saranno in minoranza. Ma saranno capaci di fare sentire la voce degli ultimi, di quanti fino ad oggi sono stati costretti a subire il ricatto sfrontato del “se non ti sta bene, mi rivolgo ad un altro”.
Legge sull’equo compenso e Carta di Firenze, applicate insieme, consentiranno di colpire gli editori che sfruttano i giornalisti e forniranno armi importanti a quanti, nella catena di comando delle aziende, intendono comportarsi con onore.
Questa legge, nata nella sede dell’Odg il 18 maggio 2010, non sarebbe stata possibile senza una azione congiunta di Ordine e Fnsi che hanno saputo rendere consapevoli i parlamentari della vergogna che si consumava ogni giorno, in tutta Italia.
Dobbiamo dire grazie a molti deputati e senatori. Lo faremo. Ma qui è doveroso ricordare almeno i deputati Silvano Moffa, firmatario della proposta, Enzo Carra e Beppe Giulietti oltre ai senatori Pasquale Giuliano, Elio Lannutti e Vincenzo Vita.
 

MOFFA, PAGINA BELLA PER PARLAMENTO
"Una pagina bella per il Parlamento", commenta Silvano Moffa, primo firmatario del provvedimento in una conferenza stampa alla Camera con il presidente dell'Ordine dei giornalisti, Enzo Iacopino, e il presidente della Fnsi, Roberto Natale, oltre a numerosi parlamentari che hanno lavorato al provvedimento. Tra questi Enzo Carra (Udc), Fabio Granata (Fli), Andrea Sarubbi (Pd), Giorgio Lainati (Pdl).
"Una pagina bella per il Parlamento -aggiunge Moffa - perché questo provvedimento é nato attraverso il concorso di tutti. Era doveroso intervenire per porre fine a una situazione che in alcuni casi, come ha detto giustamente il presidente Iacopino, rasenta la schiavitù. Ci trovavamo in una giungla sostanziale, senza alcuna tutela né regole certe per i giovani. Abbiamo fatto un lavoro enorme che non sarebbe stato possibile se non ci fosse stato l'impegno della Federazione nazionale della stampa che rappresenta oggi i giornalisti italiani".
 
CARRA, OK DEFINITIVO A LEGGE EQUO COMPENSO
“L’equo compenso è finalmente legge dello Stato. Oggi è una bella giornata per tutti i giornalisti. E per il Parlamento. Abbiamo saldato il debito che avevamo con tanti giovani. È una piccola legge che risolve tanti problemi”. Lo dichiara Enzo Carra (Udc) sul suo blog.
 
GIULIETTI, VITTORIA ANTI-CAPORALATO
''L'approvazione della legge sull'equo compenso rappresenta una scelta di civiltà nei confronti di
tante giornaliste e giornalisti costretti a vivere e a lavorare in condizioni di grande precarietà, spesso sottoposti al ricatto e a vere e proprie forme di ''caporalato''. Lo afferma in una nota il portavoce di Articolo21 Giuseppe Giulietti. ''Il riconoscimento dei loro diritti non rafforza solo loro,
ma chiunque creda nei valori di libertà e di dignità che ispirano la nostra carta costituzionale e in particolare l'articolo21. Un grazie a quanti, nel governo, nelle forze politiche, nel sindacato e nell'ordine e nei tanti comitati e coordinamenti dei precari e dei free lance - conclude Giulietti - hanno contribuito al raggiungimento di questo importante risultato''.
 
VITA (PD), CON EQUO COMPENSO STOP A SFRUTTAMENTO
"Giornata positiva per il giornalismo precario. Approvata finalmente la legge sull'equo compenso alla Camera dopo il complicato iter al Senato. Insieme alla Fnsi e all'Ordine dei giornalisti e ai numerosi parlamentari che se ne sono occupati possiamo gioire per il successo. Soprattutto diciamo grazie al coordinamento dei precari che ha sollecitato in tutti i modi le
istituzioni ad occuparsi della piaga dello sfruttamento del lavoro intellettuale. E' un piccolo passo avanti, non è ancora una vera riforma. Tuttavia, é una controtendenza rispetto alla sbornia liberista e proprietaria di questi anni". Lo dichiara Vincenzo Vita (Pd).
  
PELUFFO, LEGGE EQUO COMPENSO E' NOVITA' IMPORTANTE
Viva soddisfazione per l'approvazione di una legge attesa da tempo''.E' quanto afferma il sottosegretario all'Editoria, Paolo Peluffo, dopo il disco verde ala legge sull'equo compenso. ''Con l'approvazione da parte della Commissione Cultura della Camera dell'equo compenso nel campo giornalistico - spiega Peluffo - si e' fatto un passo verso quel bisogno di equità che attraversa un settore dove si sono diffuse pratiche di precariato sottopagato''.
''Tutti i gruppi in Parlamento si sono battuti con convinzione -rimarca- per varare un testo di legge condiviso ed equilibrato, grazie al quale si punti ad avere una proporzione tra la remunerazione e la quantità e qualità del lavoro non subordinato svolto dai collaboratori di giornali, agenzie, quotidiani telematici, emittenti radiotelevisive. La legge istituisce una commissione presso il Dipartimento Editoria della presidenza del Consiglio che dovrà definire l'equo compenso e redigere un elenco dei media che garantiranno il rispetto questa equità''.
''Mi auguro quindi che tutti -conclude Peluffo - sindacati dei giornalisti, datori di lavoro, ministeri interessati, l'Inpgi, l'Ordine dei giornalisti collaborino per cercare assieme soluzioni equilibrate che rispondano all'obiettivo posto dalla legge. Legge che rappresenta una novità importante non solo nel nostro Paese ma nello scenario europeo perché sancisce il valore economico e sociale dei lavoratori della conoscenza, in un momento di totale trasformazione dell'editoria verso il digitale''.
  
PISICCHIO, BENE EQUO COMPENSO,ORA RIFORMA ORDINE
“Con l'approvazione in sede legislativa della legge sull'equo compenso il Parlamento ha dimostrato che, pur in finale di partita, riesce a fare cose di senso. Così free lance e i giornalisti autonomi, e soprattutto le giovani generazioni, potranno trovare una tutela giuridica.
È una buona notizia e sulla scia di questa ci chiediamo se non si possa completare il quadro delle riforme riguardanti la professione giornalistica, approvando al Senato la riforma dell'Ordine, già approvata alla Camera in sede legislativa''. Lo dichiara Pino Pisicchio, capogruppo di Alleanza per l'Italia a Montecitorio.
 
MAZZUCA-BARBIERI, EQUO COMPENSO RISPOSTA CIVILTA'
''L'approvazione della legge sull'equo compenso finalmente riporta parametri economici accettabili nel selvaggio mondo delle collaborazioni giornalistiche''. Così in una nota i deputati Giancarlo Mazzuca e Emerenzio Barbieri, componenti della Commissione Cultura alla Camera dei Deputati.
''L'esigenza di un provvedimento legislativo sulla materia era quanto mai urgente come avevano anche ricordato tempo fa il Presidente della Repubblica e il Presidente del Senato, che avevano sollecitato una positiva e rapida conclusione dell'iter legislativo. La legge sull'equo compenso - concludono i deputati - e' una risposta di civiltà contro il precariato selvaggio che affligge larghe aree dell'informazione e permette a troppi editori senza scrupoli di sfruttare oltre ogni limite il lavoro dei giornalisti''.
 
GOISIS (LN), EQUO COMPENSO PER DIGNITA' LAVORO
''È con grande soddisfazione che saluto l'approvazione della legge che stabilisce che debba esserci un equo compenso per i giornalisti. Un traguardo a cui in commissione cultura abbiamo lavorato molto e con convinzione e che adesso, finalmente, vede la luce. Come capogruppo della Lega Nord in commissione cultura ho sempre sostenuto la fondatezza di questa decisione, anche quando qualche dubbio è stato sollevato in sede di discussione''. Lo afferma Paola Goisis.
''Io credo che l'equo compenso sia una misura che salvaguarda la dignità del lavoro dei giornalisti, specialmente dei più giovani che si avvicinano con tanta passione a questa professione così affascinante e delicata al tempo stesso. Non si può professarsi a favore dei giovani e del lavoro e poi dichiararsi contrari a stabilire una misura minima di compenso per i giornalisti: per questo anche la Lega Nord ha votato a favore, e con convinzione, per portare al traguardo un provvedimento che ha avuto un iter lungo. Non credo sia giusto che ci siano dei collaboratori, giovani o meno giovani, pagati 3-4 euro per articolo: questo da un lato svilisce la loro professionalità e dell'altro ne mina la situazione, privandoli - a mio avviso - della tranquillità necessaria a svolgere un lavoro così delicato. Io penso che la libertà di stampa e di espressione si difenda non solo facendo le battaglie per non mandare in carcere i giornalisti (battaglia che noi condividiamo) ma anche assicurando a chi svolge questo lavoro, un livello accettabile di retribuzione'', conclude.
 
COSCIA (PD), LEGGE SU EQUO COMPENSO E' ATTO DI CIVILTA'
"Siamo molto soddisfatti per l'approvazione della legge sull'equo compenso, e' un atto di civiltà. Si tratta di norme molto attese che serviranno a combattere lo sfruttamento dei giornalisti, specie di quelli più giovani, e la precarietà". Lo ha detto la capogruppo del Pd nella commissione Cultura della Camera, Maria Coscia che sottolinea come "approvando all'unanimità queste norme, il parlamento ha dato un messaggio chiaro: la precarietà deve essere combattuta per dare dignità ai lavoratori. E' un segnale molto importante che auspichiamo possa essere recuperato anche in altri settori della nostra economia", conclude.
 
ZAZZERA (IDV), EQUO COMPENSO LEGGE DI CIVILTA'
''Italia dei valori ha sostenuto questa proposta di legge che rappresenta un primo passo verso la civiltà perchè dà dignità al lavoro del giornalista e mette ordine in una giungla che schiaccia i diritti. Non è mmissibile che vi siano giornalisti precari che vengono pagati 2 euro al pezzo, così come documentato dal lavoro di indagine portato avanti dall'ordine dei giornalisti''. Lo dichiara in una nota Pierfelice Zazzera, vice presidente Idv della commissione Cultura alla Camera.
''L'approvazione di questa legge, avvenuta all'unanimità - aggiunge - e' un esempio di buona politica. Sarebbe un ulteriore segnale positivo se i contributi pubblici all'editoria venissero erogati anche alla luce del rispetto di questo principio sacrosanto affermato oggi con l'approvazione di questa legge''.
 
GHIZZONI (PD), SU EQUO COMPENSO SUPERATE POSIZIONI BANDIERA
''Il Parlamento, approvando all'unanimità la legge sull'equo compenso nel settore giornalistico, ha dato una risposta di civiltà e ha dimostrato la capacità di travalicare le posizioni di bandiera a favore dell'interesse dei cittadini e delle cittadine'': così Manuela Ghizzoni (Pd), presidente della commissione Cultura della Camera, dopo l'approvazione in sede legislativa, con 29 voti favorevoli su 29 votanti, della legge sull'equo compenso.
''E' una legge necessaria - aggiunge - che, se applicata, può evitare lo sfruttamento dei lavoratori precari e freelance che contribuiscono a garantire il diritto costituzionale all'informazione. Solo un compenso equo e congruo – sottolinea Ghizzoni – può garantire la libertà di un giornalista, altrimenti vessato da trattamenti economici libero-professionali inidonei ad assicurare il rispetto della dignità del lavoratore. Il testo approvato - prosegue - introduce, inoltre, una norma che richiede la trasmissione alle Camere, da parte del presidente del Consiglio, di una relazione annuale sullo stato di attuazione della legge. Sarà con l'atto di verifica del funzionamento delle leggi deliberate - conclude Ghizzoni – che il legislatore avrà svolto il suo compito''.
 
BELLANOVA (PD), EQUO COMPENSO TUTELA LAVORO STAMPA
''Con l'approvazione della legge sull'equo compenso si compie, finalmente, un passo in avanti verso la tutela dei diritti dei giornalisti e dei professionisti che per troppo tempo sono stati vittime di sfruttamento''. Così Teresa Bellanova, deputata del Pd, componente della commissione Lavoro di Montecitorio, commenta l'ok alla legge arrivato oggi.
''In questi anni siamo stati, purtroppo, spettatori di casi aberranti di precarietà e svalutazione del lavoro professionalizzato. Troppi lavoratori - sottolinea Bellanova - sono stati sottoposti a una condizione di estrema ricattabilità, anche da parte di imprese editoriali beneficiarie di finanziamenti pubblici che imponevano su turni massacranti e condizioni economiche estremamente penalizzanti. Oggi - prosegue - siamo riusciti a dar corpo all'articolo 36 della nostra Costituzione in base al quale il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un'esistenza libera e dignitosa. Questo provvedimento - conclude Bellanova - rappresenta uno scatto di civiltà nei confronti dei lavoratori e nella battaglia per tutelare la libertà d'informazione e l'autonomia del giornalismo''. 

Notizia pubblicata il 07/12/12
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