Giornalismo online: incertezza è la parola d'ordine

Incertezza economica e mancato sostegno da parte delle istituzioni: è il quadro del giornalismo online secondo quanto emerge dal sondaggio Giornalismo online, realizzato da Giornalismi, il gruppo di lavoro del Consiglio Nazionale dell'Ordine dei giornalisti, in collaborazione con Anso.   L'indagine rappresenta la seconda fase della ricerca sul giornalismo e l'editoria digitale in Italia, che aveva già prodotto un primo report: questa volta è stato inviato un questionario a 79 testate italiane online (il 6% delle 1300 testate giornalistiche online in Italia).    Dai risultati emersi la parola d'ordine sembra essere incertezza: sia per quanto riguarda gli editori, a causa delle difficoltà di reperimento di fondi attraverso la pubblicità, sia per quanto riguarda i giornalisti che denunciano spesso una situazione precaria.    Le difficoltà economiche sono il principale problema per 71 testate e questo si traduce in informazione meno libera. Tra le testate, solo 11 hanno dichiarato un fatturato superiore a 100.000 euro annui; tre di esse fanno parte di gruppi editoriali con pubblicazione di giornali cartacei.   Dalle risposte, emerge anche un problema di scarso interesse per l'editoria online da parte delle Istituzioni: viene denunciata, infatti, la mancanza di norme chiare, così come la difficoltà per l'accesso al credito e la mancanza di fondi pubblici; un insieme di elementi che provocano difficoltà nelle assunzioni di giornalisti.    In particolare gli editori delle piccole testate denunciano contratti troppo onerosi così come i contributi Inpgi e l'assenza di strumenti di inquadramento flessibile ed economico per i collaboratori.   Gli unici introiti delle testate online sembrano rimanere quelli legati alla pubblicità (soprattutto banner tradizionali), che però non sono spesso sufficienti.    Secondo l'analisi di Pier Luca Santoro, Internet ha ridotto il bacino di utenti disposti a pagare per avere informazione e questo ha avuto come conseguenza un abbassamento della qualità dei contenuti.  In questo contesto, nonostante il calo delle vendite della carta stampata, e delle relative entrate pubblicitarie, quest'ultima continua ad avere entrate maggiori rispetto al web.   Dall'analisi emerge quindi come ancora non si sia affermato un modello di business per l'editoria online capace di consentire sviluppo e prospettive future. Le testate online legate a grandi gruppi con marchi noti e versioni anche nel cartaceo, possono così compensare i guadagni mentre le testate native online stentano a sopravvivere.   Il risultato dell'indagine è disponibile sul sito di Odg

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