Notizie false e immigrazione: come i giornalisti devono affrontare queste tematiche

False notizie e immigrazione: sono due dei temi con i quali il giornalismo mondiale dovrà fare i conti anche nel corso del 2017.   In Italia il punto di riferimento per ogni giornalista resta il Testo Unico dei doveri, che raccoglie le principali regole della deontologia professionale. In aggiunta a tali indicazioni, arrivano anche i consigli di “Ethics in the news”, il report di EJN, Ethical Journalism Network, team internazionale di giornalisti nato nel 2013 per promuovere un giornalismo sempre più etico a livello mondiale.   Vademecum per  il controllo delle fake news. Sono sette i suggerimenti che EJN indica nel proprio report per combattere le cosiddette fake news, le notizie false che possono circolare online.   Ecco la traduzione del decalogo EJN sulle fake news:    1. Utilizzare siti di fact-checking. Le più importanti testate già adottano il double-check ovvero il doppio controllo delle notizie che arrivano nelle caselle di posta ma freelance o media più piccoli possono utilizzare la rete di fact-checkers che si è diffusa online. Ad esempio siti come factcheck.org negli USA o fullfact.org in UK. (n.d.r In Italia si segnalano pagellapolitica.it o factchecking.it)  2. Attenzione  a siti con nomi strani. Strani domini o siti i cui url terminano in “com.co” sono spesso versioni fasulle di reali siti di notizie.  3. Controllare la pagina “Chi siamo”.  Preoccupatevi se non esiste  e controllate il fornitore su Wikipedia.  4. Attenzione alle storie che non vengono riportate altrove. Un evento sorprendente o eclatante avrà altre fonti. Se non ci sono, è motivo di allarme.  5. Attenzione se manca l'attribuzione dell'autore o della fonte.  Talvolta è un comportamento giustificato ma in quel caso dovrebbe essere spiegata la ragione dell'assenza. Se non è così è meglio non crederci.  6. Controllare la data. Uno dei giochi preferiti dei creatori di fake news è il prendere vecchie notizie e confezionarle di nuovo. Per quanto accurate possano essere, se usate fuori dalla collocazione temporale e dal contesto possono diventare false malignità.  7. Ricordarsi che esiste anche la satira. Non tutte le notizie false sono malevoli ma possono essere anche intrattenimento e venire da rispettabili fonti giornalistiche. Ad esempio Private Eye, leader delle riviste satiriche in UK, ha realizzato ottimi reportage di giornalismo investigativo insieme a divertenti parodie di contenuti editoriali ma si è trovato inserito in un elenco di siti di fake news diffuso nel panico della disinformazione dopo l'elezione di Trump.     Vademecum notizie immigrazione. In Italia le indicazioni su come trattare le notizie relative all'immigrazione sono sancite nella Carta di Roma. All'interno di questo documento, si trova anche gran parte dei suggerimenti indicati nel EJN report.   Ecco la traduzione del decalogo EJN sull'immigrazione:    1. Fatti non pregiudizi. Siamo stati accurati e imparziali nel riportare i fatti? Stiamo agendo in modo indipendente da narrazioni che derivano dalla politica o dalle emozioni comuni invece che dai fatti? Siamo corretti e imparziali nel riportare gli effetti dell'impatto della migrazione sulle comunità?  2. Conoscere la legge. Richiedente asilo, profugo, vittima di tratta o lavoratore migrante? Usiamo le corrette definizioni per indicare i migranti e riusciamo a far capire al nostro pubblico che i diritti di queste persone sono stabiliti a livello internazionale, regionale e nazionale?  3. Mostrare umanità. L'umanità è l'essenza dell'etica del giornalismo ma dobbiamo mantenere sotto controllo le emozioni, evitare la vittimizzazione, la troppa semplificazione e la tendenza a dare un taglio troppo strettamente umanitario che non tenga conto del contesto più ampio.   4. Parlare per tutti.  Diamo voce ai migranti? Stiamo ascoltando le comunità di passaggio e quelle che rimangono? Domandiamoci quanto i rappresentanti auto-nominati e i portavoce della comunità siano davvero rappresentativi.  5. Contrastare l'odio. Abbiamo evitato estremismi? Ci siamo presi tempo per capire se certi contenuti sui migranti o su chi cerca di limitare l'immigrazione possano portare odio? Parole come “sciame”, “inondazione” e “onda” dovrebbero essere usati con cautela così come l'uso di “razzismo” o “xenofobia”.

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