XXV Vertice Antimafia il 1 dicembre a Bagno a Ripoli (FI)

Luoghi comuni della mafia e investimenti nel mondo delle opere d'arte: sono stati questi i temi affrontati nel XXV Vertice Nazionale Antimafia che si è tenuto sabato 1 dicembre a Firenze e a Bagno a Ripoli. Organizzato dalla Fondazione Antonino Caponnetto, in collaborazione con Osservatorio Mediterraneo sulla Criminalità organizzata e la mafia, Ordine dei Giornalisti della Toscana e Fal Italia Euromedia, il vertice si conferma ormai un appuntamento consolidato nel panorama della lotta alla mafia e alla criminalità.   Nella mattinata di sabato, dalle 9 alle 12, all'Auditorium CRF di Firenze si è tenuto il corso di formazione per giornalisti dal titolo “Investimenti criminali nelle opere d'arte”: a confrontarsi sono stati Claudio Loiodice, criminologo ed esperto in riciclaggio internazionale, Nicola Candido, colonnello comandante del N.O. Carabinieri T.P:C., Claudio Metzger, storico e consulente, avv. Lavinia Savini, esperta di diritto della proprietà intellettuale e diritto del mercato dell'arte e il senatore Giuseppe Lumia, già presidente della Commissione Parlamentare. Ha moderato il dibattito la giornalista del TG1 Daria Mondini.   Nel pomeriggio, dalle ore 15, a Bagno a Ripoli, si è tenuto il vero e proprio Vertice, incentrato sul tema “Un morto ogni tanto, i luoghi comuni sulla mafia”.   Il Vertice Nazionale antimafia è stato presieduto da Salvatore Calleri, presidente della Fondazione Caponnetto, e Victoria Allegra Boga. Ad intervenire sono stati i migliori esponenti che lottano la mafia tra giornalisti investigativi, esponenti delle forze dell'ordine, magistrati, sociologi, esperti di arte, esperti di antiriciclaggio ed i politici.  Questi i luoghi comuni che sono stati affrontati nel dibattito:   1) La mafia non esiste. Oramai è stato appurato il contrario. Sino al maxiprocesso del 1986 di Caponnetto era il più diffuso. 2) La mafia se esiste è puramente un fenomeno criminale. Persiste ancora e favorisce la sottovalutazione del problema. Se fosse un puro e semplice fenomeno criminale sarebbe stata già debellata da tempo. 3) Si ammazzano tra di loro, a noi non interessa. Errato. Quando c'è una guerra di mafia, chi rimane vivo rafforza il proprio gruppo e aumentano i problemi. 4) Non si deve parlare di mafia perchè si rovina la reputazione di un territorio. Errore gravissimo che tuttora persiste in quasi tutto il nord e, in parte, del centro e del sud. Non parlare di mafia favorisce la sua espansione. 5) Teoria dell'isola felice. Non esistono luoghi nel nostro paese ed in Europa ove la mafia, in qualche sua forma, non sia presente. Questo errore di valutazione ad oggi persiste specialmente nel centro nord. 6) La mafia nasce dalla povertà. Al contrario la mafia nasce nei territori potenzialmente ricchi e li rende poveri. In Sicilia cosa nostra ha iniziato nella conca d'oro con il traffico di limoni. 7) Teoria della totale sconfitta dopo gli ultimi arresti. Errore strategico già commesso nel 1996. Mai vendere la pelle dell'orso prima della sua morte. 8) La mafia una volta era buona. Falso non lo è mai stata. 9) Di mafia straniera non bisogna parlarne perché si rischia di fare razzismo. Errore grave perché parlarne significa aiutare gli stranieri onesti. 10) Non si fanno passi avanti. Falso. In Italia ne sono stati fatti molti. Non bastano però in quanto bisogna agire sul piano internazionale. In Europa sono messi peggio. 11) Ci prendiamo solo i soldi del riciclo dei mafiosi, tanto i mafiosi non arrivano. Falso. I mafiosi arrivano sempre. 12) La mafia è invincibile. Non è vero. I danni che ha subito sono notevoli. 13) La mafia dà lavoro. Falso. Se fosse vero Reggio Calabria, Palermo e Napoli non avrebbero disoccupati, anche se in determinate situazioni l'unico lavoro possibile è quello offerto dai mafiosi dopo la distruzione del territorio. 14) La mafia non spara più. Falso la mafia spara sempre ed uccide pure, ma solo se serve ai suoi scopi. 15) Mafia ed antimafia son la stessa cosa. Falso. Dirlo aiuta la mafia che mira da sempre a delegittimare l'antimafia. 16) La lotta alla mafia la dobbiamo lasciare solo alle istituzioni preposte, ossia alle forze dell'ordine ed alla magistratura. Falso. Se non ci fosse stata a fine 800 l'antimafia sociale a fare da massa critica saremmo ancora alla convivenza tra Stato e mafia. Lo Stato arriverà 100 anni dopo con la sua forza, ma in ritardo. 17) Sappiamo seguire i soldi del riciclaggio dei mafiosi all'estero. Falso non non è vero. Al momento un solo caso è arrivato a sentenza confermativa della Cassazione. 18) Chi fa antimafia lo fa per guadagnarci. Falso nella quasi totalità dei casi fare antimafia è solo faticoso e non paga mai e porta all'isolamento e soprattutto delle analisi criminali non fega nulla a nessuno. 19) La mafia non tocca le donne ed i bambini. Falso. Le ha sempre toccati, ma per necessità. Inoltre alcune forme di mafia trafficano in donne e bambini e pure li sfruttano. 20) Il cognome famoso che uno porta ti rende esperto di mafia. Falso. Gli esperti sono i capaci non i portatori di cognome.   "La mafia è un virus, un virus mutante – ha ricordato Salvatore Calleri, presidente della Fondazione Antonino Caponnetto – Superare i luoghi comuni è come un vaccino e rappresenta un primo passo per sconfiggerla".     Nel pomeriggio sono stati assegnati i premi: – Omcom-Sbirro: Gen.le Giuseppe Vadalà, Cap. Davide Colangeli e Sost. Comm. Fabrizio Giacalone; – Omcom-Scomodo: Ciro Troiano, Grandangolo Agrigento, Franco Castaldo; – Omcom – Creatività: Edoardo Ceragioli;  – Libro anomalo: “Un morto ogni tanto” di Paolo Borrometi, “La mafia é buona” di Paolo Chiariello e Catello Maresca, “Caccia agli invisibili” di Carmine Gatti (idea) e Francesco Romeo. Grazie a Nazzareno Bisogni e Rebecca Romoli per le fotografie dell'evento.

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